domenica 8 Settembre 2024
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E se non nevica, lo sci d’erba è il futuro turistico della montagna?

«L’investimento sullo sci d’erba va nella direzione di individuare soluzioni sostenibili per destagionalizzare il turismo e consentire la sopravvivenza e lo sviluppo del turismo in montagna in un quadro climatico profondamente modificato», sostiene la consigliera regionale dell’Emilia-Romagna, Silvia Piccinini, all’indomani del primo finanziamento da 50.000 euro mirato a promuovere e sostenere lo sci sull’erba. Una formula che intende rilanciare il settore turistico, visibilmente influenzato dalle trasformazioni climatiche.

Una scommessa vincente?

In alcune province, come Parma, Reggio Emilia e Bologna, «si stanno già predisponendo diverse attività» per lo sci d’erba, che sta diventando «un segmento significativo» – evidenzia l’assessore regionale alla Montagna, Igor Taruffi – ed è importante anche perché «abbiamo bisogno di destagionalizzare l’offerta turistica». Per questo, dice l’assessore, «confermo l’impegno della Giunta» in questa direzione.
Se questa scommessa dovesse andare a buon fine, il cosiddetto “oro bianco” delle catene montuose della penisola (il latte prima e la neve poi) potrebbe quindi cambiare colore. Oro verde o, meglio ancora, smeraldo.

sci d'erba

Ciò detto, affinché le montagne continuino (o tornino) a essere dei territori abitabili, è sempre necessario ricordare che sono necessari maggiori servizi essenziali per un vivere dignitoso, più spazi di aggregazione e una pluralità occupazionale: lo sci, e lo sci sull’erba (sperando si riveli effettivamente un’attività di richiamo), oggi devono inserirsi in una struttura sociale più variegata. Il rischio altrimenti è quello di corroborare la dipendenza con una monocultura.

Anche sul fronte turistico non si può fare a meno di parlare di pluralità: a un’offerta di carattere ludico, come appunto lo sci d’erba, è necessario affiancare con maggior convinzione un’offerta capace di svilupparsi attorno alle peculiarità territoriali, esaltando quegli elementi che rendono un territorio unico. E, come sappiamo, Alpi e Appennini sono realtà caleidoscopiche, ricche di singolarità, dove ogni solco vallivo può vantare elementi antropici e naturali originali e spesso irripetibili.

Solo inserendo lo sci d’erba in una configurazione sociale e turistica policroma, si può dunque auspicare per questo sport un futuro roseo, anzi… smeraldo.

(tratto da un contributo di Pietro Lacasella per il magazine L’AltraMontagna)

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