domenica 8 Settembre 2024
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Politica degli eventi: i veneziani lasciano la città

Grandi eventi attirano a Venezia così tanti turisti da indurre molti veneziani a lasciare temporaneamente la città: ora lo conferma anche uno studio pubblicato dalla rivista accademica Tourism Economics, condotta da economisti dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e dell’Università di Udine

È il tema di oggi, riguarda Venezia e i veneziani tanto che lo ha lanciato persino l’Ansa: recenti studi rivelano che alcuni grandi eventi attirano talmente tanti turisti da indurre un grande numero di veneziani a lasciare temporaneamente la città per evitare i disagi da sovraffollamento.

Questo fenomeno – già ben noto ai residenti – è stato ora confermato e quantificato da uno studio scientifico: la ricerca, pubblicata sulla rivista accademica Tourism Economics, è stata condotta da economisti dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e dell’Università di Udine. Si tratta della prima analisi scientifica che misura l’impatto degli eventi culturali sulla presenza e sugli spostamenti delle persone nel centro storico veneziano, utilizzando i dati sui movimenti delle tessere SIM dei telefonini raccolti durante l’intero 2022.

Venezia non è dei veneziani, ma alcuni giorni più di altri

Crowding-in and (temporary) crowding out in Venice: the effect of cultural events on residents” è lo studio di Andrea Baldin, Dario Bertocchi e Nicola Camatti, che hanno documentato il temporaneo allontanamento dei residenti in corrispondenza dei grandi eventi culturali. Fino a oltre il 7% durante l’ultimo fine settimana di Carnevale (dati 2022).

overtourism a venezia

Due effetti contrapposti

I ricercatori hanno sfruttato questi dati per distinguere tra abitanti abituali, visitatori pernottanti ed escursionisti giornalieri. I numeri parlano chiaro: in media, Venezia ospita 98 mila visitatori al giorno, di cui 32.339 sono turisti e 61.461 sono escursionisti, un chiaro segno del fenomeno noto come overtourism. Il picco massimo è stato registrato domenica 30 ottobre, in occasione del ponte festivo di Tutti i Santi: quel giorno, la città ha visto la presenza di ben 143.246 visitatori, di cui 54.253 turisti e 88.993 escursionisti.

Lo studio aveva l’obiettivo di misurare quanto la mobilità delle diverse tipologie di persone sia influenzata dalla presenza in città di eventi culturali. Questi eventi sono stati classificati dai ricercatori in due categorie:
– quelli mainstream (come il Carnevale di Venezia, l’inaugurazione della Biennale e la Mostra del Cinema);
– quelli legati all’identità della città (come il Redentore, la Festa della Sensa e le sagre patronali).

«Il Carnevale, così come l’inaugurazione della Biennale, è una celebrazione creata per i locali ma orientata verso il mercato turistico. In questi casi si parla – spiegano gli autori – di commodification. La natura storico-territoriale di eventi simili, invece di incentivare la coesione del tessuto sociale, diventa un elemento di promozione fuori dalla laguna. Il brand Venezia vende il prodotto Venezia: se il turismo è alla base dell’economia locale, l’overtourism è un risultato economico».

Come osservano i tre autori, l’organizzazione di tali eventi aumenta la richiesta per infrastrutture e servizi fatti apposta per turisti ed esacerbare il processo di turistificazione, fino a «trasformare aree residenziali in aree usate per il turismo». Le conseguenze – speculazione immobiliare, scomparsa di botteghe e negozi storici, riduzione dei servizi, sovraffollamento del trasporto pubblico, schiamazzi notturni, etc. – ricadono sui residenti. Con buona pace dei veneziani.

A parità di altri fattori come fine settimana, stagionalità turistica e lavorativa, un evento culturale mainstream attrae in città un numero significativo di visitatori: circa 11mila in più, di cui circa 8.500 escursionisti.

Tuttavia, l’afflusso di turisti ha due effetti contrapposti sulla mobilità dei residenti. Da un lato, circa 2000 residenti restano in città, attratti dall’evento per motivi lavorativi o di interesse personale. Dall’altro lato, la pressione esercitata dall’aumento dei turisti porta oltre il 7% dei residenti a lasciare temporaneamente la città.
Verosimilmente: chi può se ne va.

In futuro il metodo impiegato per studiare i flussi turistici durante gli eventi culturali “mainstream” verrà applicato alla sperimentazione del contributo d’accesso. Se il ticket sarà stato efficace o meno alla fine della sperimentazione, Baldin, Bertocchi e Camatti avranno uno strumento in più per dirlo.


[Tratto da un contributo pubblicato da Vez]

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