domenica 8 Settembre 2024
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Overtourism: c’è chi dà la colpa ai turisti

Overtourism, il fenomeno del turismo che sta uccidendo molte città e molte località turistiche. Fenomeno con la conseguenza che i turisti si recano in luoghi che sono delle sorte di “parco di divertimento”, dove incontrano i gestori di questi parchi e i commercianti a cui sono stati concessi gli spazi come accade in un centro commerciale.

Istituzioni latitanti e incapaci che, nella maggior parte dei casi, credono di trovare risposte incentivando il turismo di lusso, mentre alzano le braccia quando residenti e studenti che vorrebbero studiare nelle università di queste città, fanno presente loro che le situazioni sono invivibili.

A questo si aggiunga che l’Italia è un Paese dove gli spazi di economia e vivibilità sono quasi ad esclusiva gestione delle corporazioni, che si ingraziano il potere con il contraccambio del consenso e, in linea di massima, col pagamento delle tasse. Non è un caso, infatti, che alla riduzione drastica della partecipazione degli elettori corrisponde la crescita di partiti politici che aggregano consensi con sovranismo, corporativismo… cioè difesa e rafforzamento di nicchie economiche arroccate nei propri fortini inespugnabili. E chi non c’è dentro, via! Espulso! Come i nuovi lavoratori, gli studenti fuori sede e gli immigrati.

ostello della gioventù

Le distruzione dei tessuti urbani e umani

In particolare quelli dei viaggi organizzati che, partendo dal presupposto che i cosiddetti Airbnb siano una iattura perché favoriscono il turismo individuale “non organizzato”, prospettano scenari in cui le soluzioni all’overtourism sarebbe nel dare priorità ai clienti delle agenzie di viaggi.

Chi come me abita in una città che sta morendo di overtourism, Firenze, vede ogni giorno che il problema non è come o chi organizza la presenza turistica, il turista da sè o l’agenzia, ma il turismo in sè. Che, tra l’altro, nello specifico dei viaggi organizzati per gruppi con alto numero di partecipanti, presenta maggiori problemi per mobilità, occupazione degli spazi e vivibilità.

Le corporazioni degli agenti di viaggi, come tutte le altre corporazioni, mettono se stesse al centro delle politiche e, facendo finta che non esistano i problemi generali, pensano solo a presunte soluzioni che privilegino solo se stesse.

Il compito della politica

Compito della politica, nazionale e locale, dovrebbe essere amministrare e trovare il giusto equilibrio tra le diverse esigenze. Ma la politica (ad ogni livello) sembra più interessata al proprio mantenimento, ragion per cui presta attenzione a chi le può dare di più.
Va da sè che – rispetto al singolo viaggiatore che cerca le offerte più vantaggiose – è l’operatore/agenzia che viene privilegiata. Non è un caso, per esempio, che, in città come Firenze, non esistono bagni pubblici e servizi di ristoro pubblico all’altezza della domanda, ma solo presso esercizi pubblici e albergatori. Scappa la pipì? Come minimo ti devi comprare un caffè!
Riposarti? Panchine, aree ristoro, fontanelle pubbliche, servizi igienici, luoghi all’ombra? Assenti. solo gradini dove talvolta i vigili ti fanno (giustamente) andar via. Resse maleodoranti e infezioni da contatti umani sono il minimo nei luoghi – per modo di dire – più economici di acquisto e per niente attrezzati al consumo.

Ampia la conseguente valutazione su città in cui non ci sono incontri tra culture e persone ma solo consumi fine a se stessi.

In queste città trasfigurate, oltre al bla bla più o meno elettorale, l’unica cosa che va avanti è il lusso. Alberghi di lusso, ristoranti di lusso, trasporti di lusso, incontri di lusso, cultura di lusso. La politica e le amministrazioni considerano più importante il bilancio fatto di aridi numeri che non quello fatto di esseri umani e interazioni. Che invece, organizzato nell’ottica del bene comune e diffuso, potrebbe garantire risultati molto più lusinghieri che semplicemente far tornare i conti.

Per chi avesse ancora qualche dubbio, un esempio: se chiude un vecchio cinema nel centro storico oppure viene dismesso un qualche contenitore pubblico, qualcuno ha visto la creazione di una casa dello studente, di alloggi popolari o di spazi di ristoro per visitatori? Giammai. Ecco invece spuntare nuovi appartamenti o alberghi di lusso (anche con la beffa di finti studentati!) e centri commerciali che sembrano i corridoi dei duty free degli aeroporti.


Tratto da un editoriale di Vincenzo Donvito Maxia per ADUC (Associazione Utenti e Consumatori)

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